Adelaide Cioni
Artista in Residenza

Sito web dell’artista: adelaidecioni.com

L’artista visiva Adelaide Cioni (nella foto sopra, al lavoro nello studio di Sol LeWitt) si è unita a noi a Spoleto durante la nostra sessione primaverile 2021 per continuare la sua ricerca sulla decorazione e sui modelli. Ha iniziato queste indagini con la sua serie Ab ovo (2020 – in corso), che esplora i codici visivi, condivisi da culture diverse in tutto il mondo, che ricorrono nei secoli. Ad oggi, la sua ricerca si è concretizzata in grandi tele cucite, incisioni su diaposlides, disegni, strutture modulari e costumi.

A Spoleto, Cioni si è concentrata sulla città umbra e sui suoi dintorni. Realizzando pezzi tessili di grandi dimensioni, ha lavorato alla realizzazione di un libro d’artista, che sarà pubblicato da Viaindustriae con il supporto di Mahler & LeWitt Studios, che sarà presentato in ‘The Feuilleton: I will bear witness: Piggy-backing-from the Edicola‘, a cura di Jo Melvin (Spoleto, giugno 2021). Questo lavoro comprenderà anche la creazione di costumi per una performance in collaborazione con la ballerina e coreografa Typhaine Delaup, che è in fase di sviluppo come parte di The Empty Project.

Durante la sua residenza Cioni ha iniziato una collaborazione informale con il compositore in residence Dom Bouffard, il quale utilizza il disegno come strumento nelle sue composizioni dal vivo. Ha anche realizzato una serie di pezzi in risposta ai wall drawings di LeWitt nella Torre Bonomo, alcuni dei quali saranno esposti durante il Festival dei Due Mondi 2021 a Spoleto.

Nella foto sopra LtoR: Adelaide al lavoro nello studio LeWitt, in collaborazione con Dom Bouffard, disegni realizzati in risposta a composizioni suonate da Bouffard.

Adelaide Cioni ha studiato disegno alla UCLA, Los Angeles, e ha conseguito una laurea in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Con un master in storia contemporanea e un master in traduzione letteraria, per dieci anni ha tradotto letteratura americana (John Cheever, David Foster Wallace, Lydia Davis, AM Homes, tra gli altri). Nel 2012 ha terminato la traduzione delle riviste di Cheever e ha deciso di smettere di tradurre letteratura per concentrarsi sulla sua arte. Nel 2014 è stata residente per sei mesi alla Cité internationale des arts, Parigi, e ha vinto il Premio Celeste. Nel 2015 è stata residente a Villa Sträuli, Svizzera. Nel 2016 si trasferisce in Umbria e apre, con Fabio Giorgi Alberti, una galleria / studio chiamata “Franca”. È rappresentata da P420, Bologna. Il suo lavoro è attualmente esposto nella mostra Io dico io – I say I, a cura di Cecilia Canziani, Lara Conte e Paola Ugolini alla Galleria Nazionale, Roma.